CPIA di Massa Carrara
Lavoro in una realtà particolare che è quella dell’insegnamento agli adulti, soprattutto quelli immigrati. Prima ho insegnato filosofia e scienze umane nei licei.
Dal mio punto di vista, la sfida più grande è quella di riuscire a dare l’opportunità a queste persone con cui lavoro di avere un futuro, di integrarsi nella società. L’insegnamento della lingua italiana è, in questo senso, un tassello fondamentale. La sfida è dunque quella di far avvenire l’incontro tra le culture, di fare in modo che la nostra società comprenda che il futuro è quello della realtà multietnica. Non ha senso, non ha motivo di essere questa chiusura, nei confronti dell’altro. L’altro, diverso da noi, fa sempre paura, ma -nel momento in cui l’incontri – capisci che è una persona esattamente come te, con un vissuto diverso,a volte terribile, alle spalle.
Ciò che mi ha portato ad essere l’insegnante che sono è l’aver compreso il valore dell’empatia. L’insegnante che non è in grado di creare un rapporto di empatia con i propri alunni, non è in grado di insegnare.
Si apprende di più all’interno di una relazione empatica: questo è dimostrato da moltissime ricerche scientifiche. Tutti noi, nei nostri ricordi, abbiamo quello di una materia che non ci piaceva: in realtà non era la materia a non piacerci, era l’insegnante, che non era riuscito a stabilire con noi una relazione costruttiva ed empatica.
L’insegnante a sua volta impara continuamente, ma solamente se nella relazione educativa c’è uno scambio.