di Paolo Aghemo
IC Marino Centro, Marino, Roma
Tecnicamente definito Podcast, Personal on Demand Broadcasting, cioè la possibilità di ascoltare una trasmissione audio o video ricercandola e ascoltandola online oppure scaricandola in locale, più semplicemente possiamo definirla radio web a scuola.
Ho cominciato a sperimentare il podcast nella didattica nel 2007 grazie all’incontro col primo docente podcaster italiano, Alberto Pian, in un percorso all’interno di un master in e-learning organizzato dall’Università della Tuscia.
Dopo alcuni anni di insegnamento ero alla ricerca di una modalità, possiamo dire innovativa per, citando la collega Paola Limone, “vincere i pericoli della noia degli allievi e quelli di frustrazione e stanchezza dei docenti.”
Il podcast mi ha dato modo di dare risposte ad alcune domande/riflessioni che stavo facendo in quel periodo partendo della realtà scolastica della periferia sud-est di Roma, ma credo comune a tantissimi luoghi e scuole della nostra penisola.
Mi sono accorto che gli alunni, di allora come quelli di oggi, non hanno più, o raramente, in famiglia una persona, un nonno se vogliamo, che racconti loro storie della famiglia o narrazioni di un tempo passato e che lo faccia in modalità interessante.
Ripensando alla mia esperienza di vita ricordo le tante “narrazioni” che mia nonna paterna, nata nel 1897, rivolgere a noi suoi nipoti nelle serate autunnali passate a sfogliare il granturco per metterlo ad essiccare, serate che si concludevano con delle buone caldarroste. Alcuni racconti ho scoperto da adulto che avevano anche dei riferimenti storici a fatti realmente accaduti ma allora inseriti in un contesto narrativo adatto ai ragazzini che eravamo.
Civiltà contadina e poca televisione, ambiente completamente differente da quello odierno, ovvio.
C’è però un fatto che è essenziale nel percorso di insegnamento/apprendimento per cui vale la pena di rifarsi a “fatti antichi”: la necessità e il piacere della narrazione.
Infatti è attraverso la narrazione che si compie il primo passo cognitivo in qualsiasi disciplina e per qualsiasi apprendimento, ad ogni età. Lo affermano autori come Gardner, Bettelheim, Bettettini, Schank, lo confermano millenni di apprendimento attraverso la narrazione orale prima di arrivare al testo scritto nella storia dell’umanità.
Negli anni 60/70 Nico Orenco, giornalista e scrittore, aveva fatto tutto un lavoro di recupero di narrazioni attraverso le filastrocche popolari, una di queste diventata famosa attraverso la musica e le parole di Fabrizio De Andrè “Volta la carta”.
Ciò significa che, se trovo la chiave narrativa adatta, posso ottenere una buona attenzione.
In particolare cito Roger Schank laddove dice che “gli esseri umani sono naturalmente predisposti ad ascoltare, ricordare e raccontare storie.
Il problema – per gli insegnanti, genitori, leader di governo, amici e….computer – è di avere storie interessanti da raccontare.” (Schank, Roger. Tell Me A Story: A new look at real and artificial memory. Scribner’s, 1990).
Con le tecnologie attuali, sempre più “trasparenti” e semplici da usare la narrazione è facilmente digitalizzatile ( passatemi il termine): il podcast audio è una di queste.
La scelta dell’audio, piuttosto che del video o di altre forme (che comunque sono sempre integrabili),oltre che far concentrare docenti ed alunni sulla scelta della storia che desiderano raccontare (interviste impossibili a personaggi storici, della scienza, personaggi famosi, radio talk discussioni sull’attualità, trasmissione in L2, ecc.), aprono la classe e la scuola all’esterno.
Se avete dei dubbi tra il cartellone murale (che continua ad essere uno strumento valido, da non abbandonare) e una pubblicazione online fate una verifica sulla differenza motivazionale e di feedback.
Pensare storie significa essere capaci di costruire un copione affinché esse siano capaci di comunicare. Per Gardner, ogni insegnante può trattare un tema in 5 modi diversi:
- narrativo (il tema viene presentato attraverso una storia o un racconto);
- logico-quantitativo;
- filosofico-concettuale;
- estetico-sensoriale;
Una delle condizioni necessarie per lo sviluppo di un’intelligenza è, per Gardner, il ruolo svolto dai sistemi simbolici o media culturali.
Ecco perché la mia scelta è caduta su questa metodologia e nella mia esperienza non mi sono concentrato sulla qualità, sempre migliorabile, ma sul contenuto, sull’individuazione di qualcosa di interessante, almeno per docenti ed alunni, da comunicare, sino a far diventare autonomi questi ultimi.
Sono loro gli autori delle storie narrate attraverso la radio web e ciò li fa diventare autori del loro percorso cognitivo; se devono costruire una trasmissione su Giulio Cesare, per esempio, devono avere degli elementi di studio della storia romana dell’epoca, devono saperla comunicare in modo sintetico e più preciso possibile, “non noioso” insomma e devono infine apprendere i rudimenti di registrazione e di impostazione della voce.
Insomma unire conoscenze e competenze.
Che dire: buona radio web a tutti!
Per materiali e approfondimenti consultare i seguenti link (lavori degli anni passati e materiale di approfondimento)
https://www.podomatic.com/podcasts/framapao
https://www.spreaker.com/user/icviagmessina
https://www.spreaker.com/user/8512188
http://classeargh.weebly.com/radio-web.html
https://nextlearning.it/2017/04/15/nuove-tecnologie-la-voce-la-radio-2-parte/ un articolo di G Marini