Viviamo un tempo difficile: un tempo in cui la guerra è tornata ad essere cifra del presente. Ma proprio questo tempo torna a porre di fronte a noi, come educatori, la sfida della costruzione di un altro mondo possibile, attraverso l’educazione alla Pace. La pace si insegna e si impara e la scuola ha una responsabilità unica in questo, perché al centro dell’azione educativa ci sono persone che devono crescere ed imparare a “vivere in pace”, costruendo una società più giusta e solidale attraverso la cooperazione e l’educazione alla relazione nonviolenta con l’altro da sé. Nella scuola insegniamo alle cittadine ed ai cittadini dell’oggi e del domani ad essere coscienti di come funziona il mondo che li circonda, ad apprendere, attraverso i molteplici campi del sapere, come stare nel mondo in maniera consapevole e a scoprire, passo dopo passo, quale può essere il proprio personale contributo alla ricerca della giustizia e della Pace. In questo senso l’Educazione alla Pace non può che essere considerata come la vera e propria cornice dell’intero processo formativo e deve necessariamente essere basata su una vera e propria rivoluzione del pensiero e dei processi di insegnamento/ apprendimento: lo sviluppo di un approccio didattico di tipo metacognitivo in cui la combinazione del pensiero verticale e del pensiero laterale, al di là del potenziamento cognitivo, possa avere una dirompente ricaduta dal punto di vista psicologico e valoriale. Un pensiero “politropico”, in omaggio all’ingegno multiforme e versatile di Ulisse, che aiuti a liberarsi strutturalmente dal pre-giudizio riguardando ogni volta le situazioni da una nuova prospettiva.
Con Piero De Luca e Paola Cotticelli.