Intervista a Paola Limone
l’Istituto Comprensivo 66 Martiri
Grugliasco (cintura di Torino)
Qual è la sfida più grande che la scuola deve affrontare in questo momento?
La sfida più grande che la scuola deve affrontare in questo momento è in realtà quella di sempre: vincere i pericoli della noia degli allievi e quelli di frustrazione e stanchezza dei docenti. Non si impara nella noia, e non si impara se non c’è gioia nell’insegnare, se ci si lascia prendere dallo sconforto e soprattutto se non si allena quotidianamente la nostra curiosità e la nostra voglia di imparare, da bambini e da adulti. Il lifelong learning (o apprendimento permanente) è un processo individuale intenzionale che mira all’acquisizione di ruoli e competenze. Per essere “intenzionale” dobbiamo sentirne l’esigenza, e qualcuno deve averci aiutato non tanto ad acquisire contenuti ma a saper cercare, nei modi più diversi, risposte alle nostre domande.
Non è l’inseguimento del nuovo a tutti i costi, è piuttosto la ricerca del modo più coinvolgente in termini di emozioni positive che farà sì che quanto appreso rimanga e faccia nascere nuove domande. Questo può valere sia per una lezione frontale o una lettura in cui il docente è così bravo da saper mantenere l’attenzione e suscitare emozione, o nelle più disparate attività laboratoriali e/o di apprendimento cooperativo.
C’è un episodio, un incontro, un percorso formativo che hanno fatto di te l’insegnante che sei?
Non ci sono stati nella mia vita professionale incontri particolari che mi hanno portato a essere l’insegnante che sono, ricordo però bene quello che non mi piaceva e quello che amavo degli insegnanti avuti da bambina e da studentessa, e ho cercato di evitare gli errori dei primi e di costruire in me le qualità dei secondi. Sono stati tanti poi gli stimoli ricevuti da altri colleghi e le “prove sul campo” con i miei allievi che mi hanno spinta e tuttora mi spingono a una ricerca costante. Cerco di organizzare le risorse e le strategie che più mi piacciono all’interno del Portale dei bambini “Siete pronti a navigare”, nel blog “Scienze in gioco”, e nelle tante mappe dedicate alla didattica che metto poi a disposizione di altri docenti.
Che rapporto c’è tra social media e diffusione della conoscenza?
Ogni docente ha un approccio diverso con i social media: c’è chi semplicemente legge, chi condivide, chi copia pedissequamente e chi sa riutilizzare in modo creativo, chi vuole solo pubblicizzare i propri prodotti didattici e chi li mette a disposizione degli altri in modo gratuito. Abbiamo a disposizione un universo di conoscenze ma dobbiamo tutti imparare a cercare, selezionare, raccogliere, classificare e utilizzare ciò che ci interessa. Sono voci presenti nell’elenco delle competenze europee che devono avere gli insegnanti, sono voci presenti negli obiettivi delle programmazioni delle nostre scuole.
Amministrare gruppi di docenti nei social media (personalmente amministro il gruppo “Insegnanti” e il gruppo “Scienze in gioco”), offre anche l’opportunità di intraprendere insieme un percorso sulla corretta comunicazione in rete, sul corretto utilizzo del diritto d’autore e sulla ricerca delle fonti autorevoli. Impensabile affrontare questi temi in aula se non siamo noi i primi a conoscerli e a interiorizzarli.