Luino, Isis Carlo Volontè

Insegno italiano e storia presso l’Istituto tecnico-industriale ad indirizzo elettronico-informatico.

Provo ad isolare un momento nel mio percorso che posso dire abbia contribuito a formarmi come persona e come insegnante: l’incontro con un docente anziano del mio paese, Gaetano Messina (greco e latino) che mi portò a capire durante la preparazione agli esami cosa voleva dire amare il latino, al di là dello studio finalizzato alla preparazione della prova da superare.

Altro incontro importante fu con Salvo Zarcone, docente di letteratura italiana all’Università, che ci fece sperimentare che si poteva amare ciò che si studia. Mi fece comprendere che nei libri c’è veramente la vita.

Devo inoltre molto allo Scoutismo per aver formato il mio modo di relazionarmi con i ragazzi, di cercare la riuscita per ciascuno di loro, anche per quello che sembra il più svogliato.

La sfida più grande che la scuola si trova ad affrontare, a mio parere, è quella di mantenere viva la curiosità.

A volte i ragazzi sembrano apatici, ma se sai toccare le giuste corde e usi canali efficaci, allora puoi ottenere attenzione e suscitare curiosità.

La sfida è far capire che lo studio non è scollato dalla vita, è vita.

Dobbiamo mantenere in sostanza giovane il nostro modo di fare didattica.