Internet permette a tutti i frequentatori del web di esprimersi liberamente e senza freni, portando più protagonismo, più notizie: il fenomeno si manifesta attraverso un uso massiccio dei social e si caratterizza per mancanza di controlli sulla qualità e attendibilità delle informazioni in rete e per la scarsa consapevolezza delle conseguenze di tali comportamenti.

E i rischi di allontanarsi dalla realtà aumentano per i più giovani in quanto non sono in possesso di adeguati strumenti per orientarsi tra le varie fonti e neppure sono in grado di distinguere tra notizie affidabili e inaffidabili, ossia le fake news.

Possiamo distinguere tre tipi di informazione scorretta:
– la disinformazione: consiste nella creazione di contenuti intenzionalmente falsi con l’obiettivo di causare un danno a una persona, a un gruppo (per es., dei propri avversari politici, dei propri nemici in un conflitto bellico, e sim.)
– la misinformazione: è contenuto condiviso da una persona che non è consapevole che la notizia che pubblica è falsa o ingannevole. Tale comportamento è frequente sui social network, in quanto spesso le persone che diffondono informazioni false sono convinte di aiutare la loro cerchia di contatti.
– la malinformazione è un’informazione vera, condivisa con l’obiettivo di causare un danno. Un esempio è l’hackeraggio da parte di agenti russi delle email di Hillary Clinton, durante la campagna elettorale del 2016, allo scopo di danneggiarne la reputazione.

Anche le bufale in ambito scientifico sono molto diffuse: smontarle, come sostiene Luca Perri, è più complicato in quanto esse hanno il vantaggio di essere concise e accattivanti. Per combatterle è necessario non catalogare le persone che credono alle bufale come sciocche, evitando la polarizzazione (pro scienza – contro la scienza) e ricercando un dialogo costruttivo per instillare fiducia nella scienza. Si tratta di scardinare i “bias cognitivi” ossia quei meccanismi mentali che ci fanno credere alle fake news e di sviluppare un atteggiamento critico nei confronti dell’informazione.

Per conoscere meglio e tenere sotto controllo la diffusione delle fake news, è entrato in funzione l’Osservatorio europeo dei mezzi d’informazione digitali (EDMO), volto all’identificazione e al contrasto delle fake-news; Edmo si occupa di studiare le tecniche e i metodi utilizzati nella disinformazione online attraverso ricerche mirate. Gli utenti possono accedere alla piattaforma Edmo per attività di fact checking e collaborazione con altri utenti. Esiste anche un piano d’azione che l’Europa ha definito per contrastare la disinformazione.

Ma combattere le fake news cercando di smascherarle non è sufficiente, bisogna agire sull’educazione e sulla formazione. La scuola ha un importante ruolo nel promuovere una mentalità critica, comportamenti responsabili e la cultura del rispetto. Il Digcomp è il quadro di riferimento per le competenze digitali dei cittadini europei ed è lo strumento che guida noi docenti nel progettare percorsi mirati in tema di educazione alla cittadinanza digitale.

Di seguito sono riportate alcune regole che dovremmo seguire nelle nostre ricerche in rete:
– controllare l’indirizzo del sito
– accertare la presenza del “Chi siamo”, in quanto un sito affidabile dichiara sempre chi lo gestisce
– porre attenzione all’aggiornamento del sito: un sito vecchio rischia di fornire informazioni superate o errate
– verificare il funzionamento e la presenza di links validi/autorevoli interni ed esterni

Sul sito di Generazioni Connesse è disponibile un decalogo per aiutare docenti e studenti a comprendere meglio il fenomeno; il decalogo è stato realizzato dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con le scuole e la Camera dei Deputati,
Alcuni strumenti che possono aiutarci ad individuare le fake news sono:
– whois.domaintools.com aiuta a rintracciare informazioni su un sito internet e sul suo proprietario
– https://toolbox.google.com/factcheck/explorer sito Fact Check Explorer, per la verifica delle informazioni. Fact Check Explorer funziona come un classico motore di ricerca. Digitando una parola chiave, scegliendo un argomento, scrivendo il nome di un personaggio pubblico o la dichiarazione rilasciata, è possibile ricercare tutti gli articoli di fact-checking collegati.

Siti da cui guardarsi, giocano sull’assonanza dei nomi come ad esempio “Il fattone quotidiano”:               – http://ilfattonequotidiano.blogspot.com/ o il Matto Quotidiano
– https://www.ilmattoquotidiano.it/ o su una lettura affrettata da parte dell’utente [es. “Il fatto Quotidaino” http://www.ilfattoquotidaino.it/]

A docenti ed educatori consiglio:
Open the box un sito con percorsi tematici su disinformazione e social media ed offre un ricco materiale didattico pronto da utilizzare in classe per la secondaria di secondo grado.
http://factcheckers.it/guida/ un percorso di gioco alla soperta delle fake news
https://factcheckday.com/#how-to letture, suggerimenti e materiale didattico in tema di fake news
BBC iReporter fa capire agli studenti quanto sia difficile lavorare per informare correttamente il pubblico. Si tratta di un videogioco immersivo

Di seguito una proposta didattica per la secondaria di secondo grado: “Possiamo fidarci di questa fonte?

Alcune risorse utili:

Articolo a cura di Aurora Mangiarotti (mangiarotti.aurora@gmail.com)