Domenica 28 novembre abbiamo invitato insegnanti, educatori, genitori e studenti ai Chiostri di Sant’Eustorgio, Milano, per un evento dedicato alla scuola, al suo presente e al suo futuro.Tanti grandi ospiti e un unico obiettivo: mettere in circolo spunti e buone pratiche per costruire la scuola di tutti.

La scuola di tutti è il luogo dove la bellezza nasce dall’errore. L’unica età della vita in cui guardiamo, e ci facciamo guardare, per quello che siamo. Uno spazio di solidarietà e democrazia. È quella che va a cercare bambini e ragazzi, ovunque essi siano, per prendersi cura di loro. La scuola di tutti è quella che vuole tornare al centro del presente e del futuro di questo paese. 

Ad intrecciare come un filo rosso gli interventi della giornata sono state le parole di Luca Tortolini e le illustrazioni di Marco Somà, autori dell’albo “Che cos’è la scuola?”, edito da Terre di mezzo. 

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Nel primo intervento della giornata, Marco Balzano, insegnante e scrittore, ci ha parlato di scuola attraverso la rilettura di alcune parole che la riguardano molto da vicino, come “scrittura” e “democrazia”. E ci ha ricordato che, nella concezione greca, la scholé era sinonimo di “vacanza” e “riposo”: il tempo necessario per forgiare gli strumenti che danno accesso al pensiero e alla bellezza.

Fabio Geda e Cristiano Pravadelli ci hanno raccontato la bellezza che sta dietro l’imperfezione. Soprattutto a scuola, l’errore è una realtà da interpellare perché contiene in sé i semi del miglioramento: ed è in quel momento, nello spazio dello sbaglio, che adulti e ragazzi possono incontrarsi. Viviamo immersi nella retorica della perfezione, ma è compito della scuola uscire dal meccanismo dell’iper prestazione, che negli studenti genera ansia, per lasciare spazio alla scoperta e alla meraviglia. Così possiamo forse mutuare dal linguaggio dei gamer e dei videogiochi la parola noob, “inesperto”, da sostituire al classico ”insufficiente”. E fare nostro il motto “o vinci, o impari”.

Il professore più attento trasforma l’inciampo, l’errore, nell’argomento della lezione.

Fabio Geda

Eugenia Carfora e Sandra Troia hanno poi dialogato sul tema dell’educare gli studenti alla cittadinanza, nel mondo reale e in quello virtuale. Un tema affrontato anche da Paolo Quadrino in un webinar dedicato, di grande interesse per i docenti che possono integrare questo insegnamento trasversale in un’ottica creativa.

Susanna Sancassani e Ludovico Arte hanno parlato dei saperi diffusi, che non si possono racchiudere nelle lezioni e nei libri di testo, ai quali la scuola ha il compito di far accedere bambini e ragazzi. “Il sapere diffuso è la realtà: siamo tutti portatori di saperi, anche non codificati, e quindi poco trasmissibili”. Sollecitati dalla domanda di Susanna Sancassani “Qual è la cosa che sapete fare meglio, connessa alla vostra professione? E quella che non ha niente a che fare con le vostre competenze professionali?” abbiamo riflettuto sulla sostenibilità della conoscenza e sulla necessità di aprire le porte della scuola alla contaminazione e alla bellezza, proprio come è accaduto all’istituto per il turismo diretto da Ludovico Arte.

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Al rientro dalla pausa pranzo sotto i Chiostri, il palco si è riempito di piante che la pedagogista Beate Wayland ha utilizzato per raccontare l’importanza di portare la scuola in natura, e la natura a scuola, come propone anche la rete “Scuole all’aperto” a cui appartiene l’istituto di Via Giacosa diretto da Francesco Muraro

In alcune scuole, oltre alle idee, si piantano gli alberi.

Che cos’è la scuola?, Luca Tortolini e Marco Somà

Giovanna Genco, Andrea Pastorelli e Nicolò Govoni hanno esplorato insieme il tema dell’inclusione scolastica e sociale da tre prospettive differenti: la semplificazione dei processi, la preparazione degli insegnanti, la realizzazione di percorsi ad hoc per gli studenti più svantaggiati. Ci siamo emozionati ascoltando le storie di ordinaria resistenza e creatività dell’istituto De Amicis di Palermo, una scuola “che non c’è”, almeno sulle mappe catastali, ma che nell’isolamento del lockdown è andata a cercare i propri ragazzi fin sotto i balconi delle loro case. Abbiamo scoperto il progetto Teach for Italy, che propone ai giovani laureati una sfida: scegliere di fare gli insegnanti, per un paio di anni, nelle scuole più difficili del paese. Quasi sempre, per loro e per il futuro degli studenti nelle loro classi, è una scelta decisiva. Nicolò Govoni ci ha invece raccontato il progetto Still I Rise, che offre, tra le altre, l’opportunità di un baccalaureato internazionale ai giovani rifugiati. 

Infine, il futuro: con Carlo Mazzone e Paolo Limonta abbiamo messo a confronto due diverse esigenze, quella di invertire il rapporto tra docenti e studenti e allenare in loro la creatività e l’auto valutazione, e la necessità di spezzare le catene burocratiche che affaticano il mondo della scuola.

L’anno costituente della scuola non può essere fatto di parole ma deve essere fatto di fatti.

Paolo Limonta

Grazie a chi ha partecipato a questa giornata e a tutta la quarta edizione di SFIDE: l’appuntamento ora è dall’11 al 13 marzo 2022 a Fa’ la cosa giusta!, fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili.

Fotografie di Andrea Veroni.