IC Terzo Milazzo

Credo che la sfida grande ora sia affrontare soprattutto il disagio che hanno i ragazzi e i bambini in famiglia. I bambini portano a scuola un bagaglio. Spesso questo contiene disagio. Noto che ci sono bambini che sono abbandonati a se stessi e che non vengono curati dalle famiglie, che da parte loro hanno dei problemi propri e riversano la loro aggressività in un modo non buono sui propri figli. Questi vengono a scuola con tanti problemi e disagi che non riescono a superare, né possono contare sul supporto di qualcuno che li aiuti a superarli.

La famiglia ha un ruolo importante: la società è fatta di famiglie e la scuola si deve relazionare con l’utenza che è la famiglia, soprattutto . Scuole e famiglia insieme devono farsi carico di formare il cittadino del futuro. La scuola da sola non può farsi carico di tutto. Se la famiglia non si rapporta con la scuola, questa purtroppo non può fare molto. 

Ciò non toglie che la scuola ci metta da parte sua molto impegno di entusiasmo comunque: parlo soprattutto della scuola innovativa, quella che si mette in gioco. La scuola tradizionale spesso non riesce ad essere accogliente verso gli ragazzi che arrivano in classe con dei problemi, ad esempio i di BES e DSA. Se invece parliamo di progetti che mirano all’inclusione, per cui si lavora in gruppo, ci si confronta, allora questo è il modo migliore per il bambino di affrontare se stesso e gli altri . La collaborazione, l’affettività che il bambino trova nel gruppo spesso vanno a compensare le mancanze della famiglia. La scuola diventa anche un luogo effettivo, dove crescere più equilibrati.

La scuola non può più essere la scuola del sapere e dell’insegnare, ma un luogo dove si fanno tante altre esperienze. Non è solo didattica. È necessario che gli insegnanti si formino continuamente per questa sfida: in più la nostra società cresce e si evolve ad una velocità straordinaria e noi sappiamo troppo poco per riuscire a stare dietro a questo cambiamento. E quindi ai nostri ragazzi.

La carica più grande me la danno i bambini. Spesso anche a livello di emozioni, ci sono momenti che segnano, che indicano le direzioni da prendere. Quello che più di tutti riesce a caricarmi è l’energia e la volontà dei bambini che hanno più difficoltà, che hanno delle disabilità e che con tenacia cercano davvero di essere pari. Mi piace molto fare i laboratori, soprattutto quelle di scrittura. È bellissimo inventarsi delle storie, vedere che questi bambini tirano fuori delle cose meravigliose, che tu non penseresti mai. Loro sono molto più bravi di me. Hanno una creatività fluida, bella, fresca. Con loro imparo un sacco di cose: mi piace il mio lavoro, mi piace scrivere, mi piace giocare con loro.

Un’altra cosa che mi dà molto la carica è riuscire a capovolgere la situazione di una classe che trovo in partenza svogliata, demotivata rispetto alla lettura e che lascio interessata la lettura. E’ impagabile vederli andare via con gran una grande voglia di libri! La trasformazione di una classe dà moltissima motivazione, nonostante le problematiche di cui parlavo prima.

Ricordo ancora la trasformazione di un ragazzino che ho incontrato quando insegnavo a Bologna: era arrivato con un carico immenso di problemi, ma attraverso il dialogo e l’ascolto siamo riusciti a farlo andare avanti e ora si è diplomato.